torna al menù

 

 

Alberto Busettini – (

 

 

1987Romano Benet, Nives Meroi e Alberto Busettini in dicembre realizzano la prima ripetizione invernale della via Piussi al pilastro del Piccolo Margart di Coritenza. Sono 800 metri con difficoltà fino a 6a affrontati in sei giorni.

«Già d’estate è tutto liscio e si chioda poco, quindi non è che si possa salire in artificiale. D’inverno non si chioda comunque, in più bisogna ripulire dalla neve le pareti, piuttosto appoggiate, e liberare dal ghiaccio ogni appoggio ed ogni appiglio, perché, con la pioggia prima e l’abbassamento della temperatura poi, era tutto un vetro: un lavoro davvero meticoloso. Riguardo ai chiodi, non era certo un  problema quanti metterne; è che ne avevamo pochi: una decina in tutto. Tolti i due di sosta sotto e i due di sosta sopra, ne rimanevano 6 di via, che dovevamo recuperare ogni volta, sennonché per strada qualcuno si è rotto per il freddo, qualcuno si è perso. Fatto sta che l’ultimo giorno ce n’erano rimasti 2 e considerando le soste che dovevo attrezzare, tra un tiro e l’altro poco potevo mettere, per cui si andava su un po’ così… Per fortuna che ogni tanto dalle fessure ghiacciate saltava fuori qualche chiodo di Ignazio Piussi». (Romano Benet).

«Il problema non era tanto l’arrampicata durante il giorno, che passava velocemente, quanto la notte, lunghissima, dalle 4 del pomeriggio fino alle 7 della mattina, avendo a disposizione, in tre, terrazzini minimi per scaldarsi la roba non era semplice, per cui mangiavamo liofilizzati, sciogliendo solo un po’ di neve. Comunque, una volta che sei lì, affronti le cose momento per momento e una soluzione c’è sempre». (Nives Meroi).